Rifare un curriculum che spieghi una vita, senza essere troppo particolareggiato da diventare controproducente, in certi casi...
cercare 'vere' richieste lavorative... affrontare i piu' strani colloqui mantenendo una grande calma... "tirare la cinghia" sperando arrivi presto la liquidazione... iniziare l' iter burocratico del disoccupato...
Ma i problemi piu' difficili e destabilizzanti non sono questi... perche' oltre a diventare improvvisamente precari nel mondo del lavoro, altrettanto inaspettatamente si incomincia a "sentirsi ... precari" ... da fuori a dentro e da dentro a fuori...
La prima settimana dalla notizia passa con un certo leggero stordimento causato dalla shock, dalla stanchezza accumulata durante il lavoro perso e probabilmente mai davvero recuperata, dall'elaborazione inconscia della nuova situazione...
La seconda settimana e' un continuo "sbalzo d' umore" : si percepisce delusione, rabbia, incredulita' e dispersione...
Nella terza settimana si incomincia ad avere meno fame e meno sonno. Il tempo si allunga pericolosamente con vuoti sconosciuti mentre le energie sembrano essere sempre troppe... Si cerca quindi di fare finalmente quello che prima, essendo occupati, non si riusciva a portare a termine, nonostante una onnipresente sensazione di insoddisfazione...
Arrivati al mese ci si sente stupidi, inadeguati, incompresi e dubbiosi. Spesso si soffre di insonnia e si rimane 'spossati' per tutto il giorno. Si attende "quella telefonata" che pare non suoni mai... Le domande si moltiplicano, le risposte si suddividono e il risultato non torna...
Durante i mesi successivi si incomincia a vivere alla giornata perche' ogni giornata ha la sua forma, la sua tristezza e la sua allegria, la sua novita' e la sua noia, la sua vitalita' e la sua apatia...
- Ci si sveglia da precari, si mangia da precari, si cammina da precari, si ragiona da precari e ci si sente precari... da fuori a dentro e da dentro a fuori...
Inventarsi qualcosa da fare e' gia' qualcosa, anche se poi giunge la fatidica domanda: ...'...ma a che serve...?!' ; ricordarsi chi si e' rimane fonte di ispirazione e speranza, pero' si pensa sempre alla fortuna ; la socialita' diminuisce ... volenti o no... si preferisce 'risparmiare' sotto molti punti di vista...
Ci si adatta faticosamente ad un nuovo tempo, ad un nuovo ascoltare e vedere, ad una nuova vita organizzata a contratti, ad una sensazione di precarieta' interiore e sociale...
Sentirsi precari non vuol dire avere solo problemi pratici economici... ma vuol dire anche guardarsi dentro e farsi vedere fuori, non come un precario, ma come si e'...
Un lavoro a pieno ritmo, continuo e difficile...
Durante i mesi successivi si incomincia a vivere alla giornata perche' ogni giornata ha la sua forma, la sua tristezza e la sua allegria, la sua novita' e la sua noia, la sua vitalita' e la sua apatia...
- Ci si sveglia da precari, si mangia da precari, si cammina da precari, si ragiona da precari e ci si sente precari... da fuori a dentro e da dentro a fuori...
Inventarsi qualcosa da fare e' gia' qualcosa, anche se poi giunge la fatidica domanda: ...'...ma a che serve...?!' ; ricordarsi chi si e' rimane fonte di ispirazione e speranza, pero' si pensa sempre alla fortuna ; la socialita' diminuisce ... volenti o no... si preferisce 'risparmiare' sotto molti punti di vista...
Ci si adatta faticosamente ad un nuovo tempo, ad un nuovo ascoltare e vedere, ad una nuova vita organizzata a contratti, ad una sensazione di precarieta' interiore e sociale...
Sentirsi precari non vuol dire avere solo problemi pratici economici... ma vuol dire anche guardarsi dentro e farsi vedere fuori, non come un precario, ma come si e'...
Un lavoro a pieno ritmo, continuo e difficile...

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