The day after The Wall.
Roger Waters allo Stadio Olimpico di Roma il 28 luglio 2013.
Sopravvivere ad un concerto di questa grandezza non e' cosa leggera.
I quasi 50.000 spettatori hanno iniziato a giungere nell'area calda fin dalle prime ore del pomeriggio e ancora alle h 21.30, il 'formicolio', lento e costante degli spalti, sembrava non dovesse cessare mai.
Una domenica afosa ha caratterizzato l'attesa in una atmosfera degna dell' evento: l'aria era decisamente palpabile! Tra la gente di ogni tipo che riempiva il viale verso le entrate Prato e Curva Nord, c'era principalmente una silenziosa emozione.
La consapevolezza musicale, culturale e storica di vedere The Wall e' stata la catena principale che ha unito fino a tre generazioni di spettatori.
La sopravvivenza ad un concerto allo stadio comincia
- dal sentire la dolce emozione dell'attesa...
- dal cercare di mantenersi aperti...
- dall' evitare contaminazioni uditive e visive...
Bisogna ritrovarsi come una pagina bianca che aspetta lo scrittore della sera.
Roger Waters non sono i PINK FLOYD, ma l' impatto e' grande...!
The Wall e' veramente uno 'spettacolo'...da non perdere...
Naturalmente la struttura e l'indotto economico che la circonda dona svariati punti di 'rifocillamento':
- mantenersi idratati e in forze e' fondamentale per rimanere vigili dal punto di vista psicofisico.
Se non si e' pratici di stadi, l'enormita' del sito potrebbe causare qualche problema nel trovare il proprio posto:
- controllare il biglietto e seguire le indicazioni senza fretta...
- chiedere informazioni ad altri spettatori e' facile e piu' veloce, senza contare che si potrebbero fare simpatiche conoscenze...
- tenere presente che le seggiole sono scomode e piccole significa sapere della pazienza che si deve avere...
- non esitare a sgranchirsi le gambe e la schiena appena e' possibile...
E poi arriva il 'grido' che sale dal prato.
The Wall inizia con fuochi d'artificio che attirano l'attenzione immediatamente.
Roger Waters introduce l'immensa platea in un mondo di suoni, immagini visionarie e luci evocative. Questo e' The Wall...
Un muro vivente dove tutto e' in perfetta connessione con la musica...
che ne e' , contemporaneamente colonna sonora e protagonista indiscussa...
The Wall non e' un concerto, ma una visione sonora dove anche i musicisti sembrano avere solo un contesto nel muro...
Fino a quando The Wall crolla.
Mattone dopo mattone...
Sotto bombardamenti di immagini e a colpi di ritmi...
La musica finisce. Le luci si accendono.
E una marea di puntini diventa un fiume di parole...
Non c'e' il bis... perche' non puo' esserci.
Come e' arrivata, lentamente e senza caos, la fiumana di gente straborda lungo Tevere, tra cornetti e magliette.
La testa rimbomba gentilmente...circondata da ringhiere a mattoncini...auto come mattoni...nella notte appiccicata al muro, mentre la luna si accende su di un mattone in alto a sinistra..
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